23 febbraio 2020 - 08:49

Coronavirus Milano, laboratori sotto stress e operazioni rinviate. Rivoluzione in corsia

Ospedale Sacco, forze dirottate sulle terapie intensive. Alta attenzione al San Raffaele e a Vizzolo Predabissi

di Sara Bettoni

Coronavirus Milano, laboratori sotto stress e operazioni rinviate. Rivoluzione in corsia
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Le attività ordinarie rimandate. I reparti di terapia intensiva «in allerta» per affrontare l’arrivo di pazienti contagiati. Controlli e possibile quarantena per medici e infermieri entrati a contatto con i malati. Il focolaio di coronavirus in Lombardia rivoluziona la normale organizzazione degli ospedali. Tra le strutture che devono affrontare le situazioni più difficili c’è il San Raffaele, oltre all’ospedale di Codogno, nel Lodigiano, in cui sono emersi i primi casi di Covid-19. In via Olgettina è ricoverato un uomo di 78 anni residente a Sesto San Giovanni, in reparto da circa una settimana e solo successivamente risultato positivo al coronavirus. Ora i vertici della struttura, appartenente al gruppo San Donato, stanno valutando quali misure intraprendere in accordo con la Regione.

Probabilmente saranno sottoposti al «tampone» i medici, gli infermieri e i pazienti che sono stati vicini all’uomo malato. Allo studio il da farsi con il calendario di attività già stabilito. All’ospedale di Vizzolo Predabissi ieri è emerso un ulteriore contagio. Si tratta di un cittadino 71enne di Mediglia, il secondo nel Milanese: è in elaborazione la strategia per rintracciare tutti i contatti dell’uomo, mentre ieri sera la struttura era regolarmente operativa, senza alcuna restrizione. Il 71enne è stato trasportato al San Matteo di Pavia, dove si trovano altri otto dei casi lombardi (alcuni provenienti dal Lodigiano e la coppia di Pieve Porto Morone). Il Policlinico pavese è inoltre uno dei centri eletti per le verifiche dei contagi. I dirigenti hanno deciso che da domani qui saranno sospesi i ricoveri e gli interventi fissati in precedenza.

Provvedimento simile al Sacco a Milano, centro di riferimento per le biomergenze e fronte caldo della battaglia lombarda al coronavirus. Nel polo è stato deciso di rimandare alcuni interventi e attività programmate per concentrare gli sforzi del personale nella cura dei pazienti affetti dal virus. Al momento il reparto maggiormente sotto stress è però quello di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica bioemergenze, dove da un paio di giorni a questa parte è un continuo via vai di medici e infermieri con tamponi da analizzare per accertare la presenza del virus.

Ma è tutta la rete di ospedali lombardi ad essere in allerta per l’emergenza. Di ieri gli ultimi colloqui tra i responsabili dell’assessorato alla Sanità e i vari primari delle terapie intensive. Al Policlinico di Milano l’attenzione è alta, anche per la possibile presenza di pazienti provenienti dalle aree più colpite dal contagio. Delle quattro terapie intensive, una è stata liberata e messa a disposizione per il ricovero degli eventuali malati gravi di coronavirus. La macchina cuore-polmoni Ecmo potrebbe essere preziosa per salvare chi si trova in condizioni difficili. L’area è separata da altri reparti e offre sei/sette posti letto. A Cremona e Oglio Po poi il presidente della provincia ha annunciato l’allestimento di tendoni davanti al pronto soccorso per accogliere chi vorrà farsi controllare.

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