In evidenza
Sezioni
Annunci
Quotidiani NEM
Comuni

Cattedre scoperte e supplenti a settembre andrà ancora peggio

Bloccati dall’emergenza sanitaria i concorsi che avrebbero dovuto colmare i vuoti Inoltre saranno collocati in pensione altri 1400 insegnanti e 600 del personale Ata

Laura Berlinghieri
2 minuti di lettura

VENEZIA

I numeri, per il prossimo anno scolastico, sono questi: circa 9 mila docenti precari su un totale di 47.068 insegnanti che occuperanno un posto comune; e 5 mila su 10 mila, considerando i soli insegnanti di sostegno. La situazione avrebbe dovuto risolversi a settembre, il Covid-19 ha sparigliato le carte, rovinando i piani al Governo, che aveva già annunciato due concorsi, ordinario e straordinario, per un totale di 48 mila posti, da dividere equamente tra i due canali. Niente da fare: i concorsi non si possono fare.

Anzi, sì, ma dopo. Perché la ministra Azzolina ha promesso l’imminente pubblicazione dei bandi, rimandando tuttavia le prove al prossimo anno scolastico. Il che significa che a settembre le scuole apriranno ancora una volta con migliaia di cattedre scoperte, ripetendo quanto successo l’anno scorso. Persino peggiorandolo, considerando che a giugno dovrebbero andare in pensione circa 1400 insegnanti, oltre ai 600 del personale Ata: i famosi “quota 100”.

Sul piede di guerra i sindacati, che avrebbero voluto un concorso per titoli per la firma del contratto a tempo indeterminato. «Abilitazione nel primo anno di prova per i docenti con almeno 36 mesi di insegnamento alle spalle» la proposta di Giusy Signoretti di Cgil «Abbiamo chiesto alla ministra di non bloccare l’aggiornamento della terza fascia e lei l’ha fatto. Le abbiamo chiesto di bloccare la mobilità dei docenti e non l’ha fatto».

Sì perché, oltre alla firma di continui contratti a tempo determinato, un altro grande tema riguarda la mobilità dei docenti, costretti alla “danza” delle cattedre, in barba alla continuità didattica.

«Il problema è duplice: dei colleghi che non passano di ruolo e dei ragazzi, che cambiano supplente ogni anno» osserva Fabio Barina di Gilda «Azzolina ha annunciato buone notizie per i precari, con il passaggio in ruolo di 4.500 insegnanti. Peccato che i precari siano 10 volte tanti».

Rita Fusinato di Anief parla di “supplentite”, neologismo ormai nel vocabolario scolastico. «Chiediamo di stabilizzare i docenti con tre anni di servizio alle spalle e i professori abilitati inseriti nella seconda fascia di istituto». Oltre ai famosi “diplomati magistrali”: «Insegnanti in ruolo con riserva, in attesa del licenziamento, con l’emanazione delle sentenze di merito del Consiglio di Stato. Sono stati abbandonati dallo Stato». Amplia il ragionamento Fusinato: «Abbiamo visto tutti cosa hanno significato i tagli alla sanità. Non venga fatto lo stesso errore con la scuola».

Infine, accusa Sandra Biolo di Cisl: «A settembre ci sono state moltissime chiamate dalle cosiddette “Mad” (le messe a disposizione) e questo ha creato un gran caos all’inizio dell’anno scolastico. Molti precari si sono affidati alle agenzie che, dietro compenso, hanno inviato questi elenchi a centinaia di scuole, complicando ancora di più la situazione». E sul concorso: «Non essendo possibile organizzare dei concorsi in presenza, poteva essere considerato il servizio prestato, con una graduatoria per titoli e con un anno di prova. Come è stato fatto a Trento, che certo è una realtà più piccola della nostra. Sarebbe stato un modo per dare una sicurezza in più in un periodo pieno di incognite». —



I commenti dei lettori