Scuola, uno sciopero incomprensibile. La ministra Azzolina: risorse per oltre 4 miliardi

Che senso ha lo sciopero della scuola l’8 giugno, dopo un anno scolastico masacrato dalla pandemia? Perchè bisogna per forza protestare anche quando su obiettivi e modi per provedere alla riapertura delle scuole in settembre non ci sono posizioni distanti?

“L’obiettivo è portare tutti a scuola in presenza. Con particolare attenzione ai più piccoli che hanno sofferto maggiormente in questo periodo”. Quello per la scuola “sarà un piano su più livelli che seguirà l’andamento del rischio di contagio”, ha detto la ministra Lucia Azzolina nel corso dell’incontro di stasera a Palazzo Chigi. La ministra è intervenuta brevemente all’inizio dell’incontro dicendo che “sulla scuola stiamo mobilitando risorse per oltre 4 miliardi di euro” precisando che “ci sarà subito un nuovo stanziamento di altri 330 milioni per l’edilizia scolastica leggera”. “La norma contenuta nel decreto scuola favorirà i lavori dando ai sindaci potere di intervenire”. “Siamo tutti d’accordo – ha proseguito la ministra – che l’obiettivo di riapertura a settembre è complesso ma raggiungibile se ci mettiamo tutti attorno a tavolo. Lavoriamo tutti, ciascuno per la propria parte, il paese si aspetta da noi che i ragazzi a settembre tornino a scuola”.

“Tutti regolarmente in presenza è un obiettivo difficile, complicato, ma non impossibile“. Ciò sarà possibile se ci sarà il rispetto delle norme igieniche, ingressi scaglionati, uso delle mascherine, organizzazione dei trasporti in modo da evitare assembramenti.
“Se ci dovesse essere la necessità di mantenere un metro di distanziamento, bisognerà trovare altri luoghi rispetto agli edifici scolastici. Saranno necessari patti con gli enti locali. Se sarà necessario avvieremo opere di edilizia leggera. Un passo per volta per portare i nostri studenti in classe a settembre. Obiettivo comune.”
Per i bambini piccoli si demanderà, invece, alle responsabilità familiari, a partire dalla misurazione della temperatura a casa.
Ma se le cose dovessero degenerare, se la condizione epidemiologica dovesse ripartire con un aumento dei contagi, allora “la didattica a distanza dovrà avere un ruolo centrale, ma non come adesso. Emaneremo linee guida che saranno specifiche. L’investimento sul digitale non è stato banale, è stato importante. Abbiamo speso 400mln di euro per la fibra nelle scuole“.
“La scuola si sta modernizzando e se arriveranno i fondi del ‘recovery fund‘ sarà occasione per far rinascere la scuola italiana.”

Il documento del Cts sarà valutato rispetto all’andamento epidemiologico. Oltre alle mascherine ci sarà possibilità di usare le visiera anche per andare incontro alle esigenze di studenti con difficoltà respiratorie e ipoacusici. Il Cts sta valutando anche la possibilità di compartimentare i banchi, con divisori, anche per garantire maggiore sicurezza.
Ma da Regioni e Comuni è arrivato un allarme su risorse ed organici. “La riapertura delle scuole a settembre – ha sottolineato Decaro, sindaco di Bari – comporterà molte criticità, ma è indispensabile e noi non ci tiriamo indietro“.
Ci sono, ha spiegato il presidente dell’Anci, “una serie di necessità urgenti: sblocco dell’assunzione di personale, certezze su risorse per interventi rapidi di edilizia scolastica, riorganizzazione dei servizi di mensa e trasporto, un vero piano dei tempi che consenta di evitare gli spostamenti si concentrino nelle ore di punta“.

Critici anche i sindacati. Per il segretario della Cgil Maurizio Landini ed il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, “la discussione sulla ripartenza è importante ma in grave ritardo”

“I tagli alla scuola in questi anni hanno falcidiato 4mila dirigenti – ha aggiunto Marcello Pacifico dell’ANIEF – e ha dismesso 15 mila edifici scolastici. Oggi si fa scuola su 38mila plessi e non 55mila. Se volessimo sdoppiare le classi gli edifici ci sarebbero. Bisogna vedere se la politica vuole farlo. Sarebbe sicuramente meglio degli orari scaglionati. In questo caso bisognerebbe modificare l’organizzazione del lavoro e delle famiglie. Se arriveranno i 172 miliardi del recovery fund, se legassimo alla scuola 12 miliardi si potrebbero recuperare i soldi tagliati in questi anni e intervenire sull’edilizia scolastica.”