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Intesa Sanpaolo, nel semestre utile da 2,5 mld: +13%

carlo messina intesa sanpaolo

“Ora si apre un nuovo capitolo nella storia del nostro gruppo: la scorsa settimana, nel pieno rispetto dei tempi annunciati, abbiamo concluso con successo la nostra offerta rivolta agli azionisti di Ubi annunciata cinque mesi fa. Il 90,2%, in termini di capitale, ha deciso di far parte di Intesa Sanpaolo: una scelta che per noi è motivo di orgoglio”. È lo stesso Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, a riassumere in poche parole l’operazione dell’anno, ovvero l’Opas su Ubi banca di Intesa Sanpaolo, appena conclusa. Lo fa, tra l’altro, proprio in occasione della presentazione dei risultati del primo semestre, più che positivi nonostante il Covid: Intesa infatti ha messo a segno un utile da 2,5 mld, il 13% in più rispetto allo scorso anno. Una cifra che tra l’altro corrisponde a quasi il 90% del risultato minimo previsto per l’intero 2020.

 

Commentando l’Opas su Ubi Banca, Messina ha detto che Intesa Sanpaolo e Ubi “hanno modelli di business simili, con culture e valori aziendali condivisi. Insieme, possiamo rafforzare un gruppo campione nazionale e leader a livello europeo, forte di oltre 1,1 trilioni di euro che gli italiani ci affidano. Insieme – continua Messina – siamo più forti e insieme abbiamo un maggiore potenziale di crescita. È infatti grazie a questa operazione che possiamo proiettarci nelle primissime posizioni tra le banche dell’Eurozona: diventiamo la seconda banca per capitalizzazione, la sesta per risultato operativo e l’ottava per totale attivo. Si tratta di un passaggio di grande rilevanza”. L’anno prossimo, “quando lo scenario macroeconomico diventerà più chiaro, forniremo al mercato un Piano di Impresa dettagliato, riguardante il nuovo gruppo combinato”.

 

Intanto Intesa Sanpaolo archivia il primo semestre dell’anno con un utile netto consolidato di 2.566 milioni di euro, in aumento del 13,2% su base annua. Il risultato corrisponde all’86% dei 3 miliardi di euro di utile netto minimo previsto per l’esercizio 2020. Il risultato corrente lordo dell’istituto ammonta a 3.859 milioni (+7,1%), il risultato della gestione operativa a 4.672 milioni (+2,8% ) e il cost/income ratio è pari al 48,5% rispetto al 49,9% del primo semestre 2019.

 

L’eccesso di capitale e gli azionisti

 

A Piazza Affari il titolo di Intesa ha segnato un balzo del 4,32% a 1,782 euro. Non solo per i conti del primo semestre, ma anche per l’annuncio della banca che chiederà l’approvazione della Bce per una distribuzione cash da riserve nel 2021 alla luce dell’utile netto 2019 allocato a riserve nel 2020. Distribuire dividendi ”è una priorità” per una banca, ha detto il Ceo di Intesa Sanpaolo. ”Il mio impegno è lavorare per dare un importo significativo di dividendi in contanti ai nostri azionisti, anche perché abbiamo un eccesso di capitale tale che sarebbe giusto restituire questo capitale agli azionisti”. Messina ha precisato che un dividendo in azioni ”non è una priorità”. Sulla distribuzione della cedola 2020, ha continuato, ”cercheremo di ottenere l’approvazione della Bce. Credo che per la fine dell’anno la Bce potrebbe riconsiderare la propria posizione sulla sospensione dei dividendi delle banche, ”guardando all’economia reale. Se ci sarà un rimbalzo del Pil, la Bce potrebbe rivedere la possibilità di avviare una discussione con le banche che hanno un eccesso di capitale evidente. Sarebbe un modo per dare sostegno all’economia reale”.

 

Le previsioni

 

Intesa prevede un utile netto non inferiore a 3 miliardi di euro nel 2020 e a 3,5 miliardi nel 2021, senza considerare l’acquisizione di Ubi Banca. Anche considerando l’acquisizione di Ubi Banca, viene confermata la politica dei dividendi del gruppo, che prevede la distribuzione di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un payout ratio pari al 75% del risultato netto per l’esercizio 2020 e al 70% per l’esercizio 2021, nel rispetto delle indicazioni che verranno fornite dalla Bce sulla distribuzione di dividendi successivamente al primo gennaio 2021. In aggiunta alla prevista distribuzione di dividendi cash da utile netto del 2020, Intesa Sanpaolo intende ottenere l’approvazione della Bce per una distribuzione cash da riserve nel 2021 alla luce dell’utile netto 2019 allocato a riserve nel 2020. Ammontano poi a 880 milioni di euro le rettifiche di valore su crediti accantonate da Intesa Sanpaolo per i futuri impatti della crisi causata dall’emergenza coronavirus, di cui circa 730 milioni a copertura generica su crediti in bonis e circa 150 milioni a copertura specifica su crediti deteriorati. Complessivamente nel semestre le rettifiche di valore nette su crediti sono di 1.801 milioni di euro rispetto ai 923 milioni del primo semestre del 2019.

 

Le prossime tappe di Ubi Banca

 

Entro metà ottobre Intesa Sanpaolo procederà a nominare un nuovo consiglio di amministrazione di Ubi Banca. Mentre entro il prossimo dicembre sono previste la cessione degli sportelli e degli attivi e passivi correlati a Bper Banca, le rettifiche su crediti addizionali per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati e la firma dell’accordo sindacale per le uscite volontarie senza impatti sociali. Nel cronoprogramma si indica che entro aprile 2021 ci sarà la fusione per incorporazione di Ubi Banca in Intesa Sanpaolo e il completamento dell’integrazione informatica, mentre entro dicembre il completamento dell’integrazione tra i due gruppi, dove possibile, l’integrazione delle fabbriche prodotto di Ubi Banca e la cessione dei crediti deteriorati lordi della banca acquisita, costituiti dalle posizioni con elevata copertura, Infine, sempre entro fine 2021, sarà presentato il nuovo Piano di Impresa, “appena lo scenario macroeconomico apparirà più chiaro”.

 

Le parole dei sindacati

 

La crescita dimensionale di Intesa SanPaolo non deve avvenire a discapito dei lavoratori delle due banche, Intesa e Ubi, hanno dichiarato i sindacati bancari in una nota congiunta dei segretari generali di Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca/Uil e Unisin. “L’acquisizione di Ubi da parte di Intesa Sanpaolo è una operazione che ha come obiettivo dichiarato l’aumento dimensionale del gruppo Intesa per meglio competere sul mercato internazionale. Una operazione che lascia intravedere anche scenari futuri in termini di acquisizioni, accorpamenti e fusioni nel settore del credito”, sottolineano. “Pur non entrando nel merito dell’operazione, i sindacati presidieranno attentamente sui livelli occupazionali e sulla tutela del risparmio dei cittadini. L’efficienza e la crescita aziendale non devono avvenire a discapito dei sistemi economici locali e delle tutele e dei diritti di lavoratrici, lavoratori, e tantomeno attraverso la chiusura di sportelli che portino a ricadute sull’occupazione”.

 

Anche Messina ha parlato del tema occupazione: “Portare a bordo i colleghi di Ubi è ora una priorità assoluta per il nostro gruppo e per me personalmente. Ubi è una banca molto buona e ora è parte preziosa di Intesa Sanpaolo. Guiderò personalmente il team dedicato a selezionare i talenti di Ubi e includerli nel nostro piani” di crescita e sviluppo. “Rivolgo un benvenuto a tutti, e intendo tutti”. Alcuni dipendenti di Ubi Banca, con la cessione del ramo bancario, “diventeranno parte del gruppo Bper e a loro dico che lavoreremo con il management di Bper per fare il possibile perché siano trattati come un’aggiunta preziosa al gruppo Bper. È un nostro e un mio impegno”, ha assicurato Messina.

 

I piani in Europa

 

Per quanto riguarda i piani dopo l’Opas su Ubi, Messina non crede “che sarebbe facile per Intesa Sanpaolo creare valore in combinazione con altre controparti europee. Il consolidamento europeo non è una priorità per Intesa Sanpaolo”. In Italia nei prossimi due anni “ci sarà un’accelerazione delle fusioni e acquisizioni – ha continuato – ma non è facile dire cosa potrebbe succedere. Credo che anche in Europa ci saranno dei consolidamenti transfrontalieri”. Con l’offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca “possiamo essere sicuri di non giocare una parte debole in questo consolidamento”. Ma, ha aggiunto Messina, “sono abituato a operazioni che creano valore per gli azionisti e in cui possono produrre risultati, come nelle integrazioni italiane”.

 

 

 

Gli altri numeri del primo semestre

 

 

I proventi operativi netti di Intesa si attestano a 9.075 milioni di euro, invariati rispetto al primo semestre 2019, mentre i costi operativi ammontano a 4.403 milioni di euro (-2,8%) e gli interessi netti a 3.497 milioni (-0,6%). Le commissioni nette sono pari a 3.588 milioni, in diminuzione del 6,3% Fra i coefficienti patrimoniali, calcolati applicando i criteri transitori in vigore per il 2020, tenendo conto di 1.925 milioni di euro di dividendi maturati nel primo, il Cet1 si attesta al 14,6%, dal 13,9% della fine dello scorso esercizio, il Tier 1 al 16,5% dal 15,3% e il coefficiente patrimoniale totale al 19,2% dal 17,7%. I finanziamenti della banca verso la clientela toccano quota 403 miliardi (+2,1%). Il complesso dei crediti deteriorati ammonta, al netto delle rettifiche di valore, a 14.011 milioni di euro, in diminuzione dell’1,5% rispetto a fine 2019. Le attività finanziarie della clientela sono di 962 miliardi di euro, in aumento dello 0,2% rispetto a fine 2019. La raccolta diretta bancaria ammonta a 438 miliardi (+2,9%). Il complesso di raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche è di 164 miliardi, in calo dell’1,2% rispetto alla fine dell’esercizio precedente e in aumento del 4% rispetto a giugno 2019. La raccolta indiretta ammonta a 523 miliardi, (-2,1%) e l’ammontare di risparmio gestito è di 351 miliardi, in diminuzione del 2,1% rispetto a fine 2019 e in aumento dell’1,9% rispetto a giugno dello scorso anno. Ammonta a 89,54 miliardi di euro l’esposizione di Intesa Sanpaolo a fine giugno verso titoli di Stato italiani, in aumento dagli 85,57 miliardi di fine dello scorso marzo. L’esposizione dell’attività bancaria è di 36,86 miliardi e di 52,68 miliardi quella dell’attività assicurativa, secondo quanto emerge dalle slide di presentazione dei conti del primo semestre. La duration dei titoli governativi dell’attività bancaria è di 6,5 anni.

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