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Scuola, mancano all’appello presidi e docenti

I sindacati di categoria prevedono un ritorno sui banchi con orario ridotto a causa della carenza di insegnanti di ruolo

Paola Dall’Anese
2 minuti di lettura

/ belluno

Scuole senza presidi, senza docenti, senza banchi e senza personale amministrativo e di bidelleria. Si prospetta problematico l’inizio anno in provincia di Belluno. Le criticità da risolvere sono tante e il tempo a disposizione prima dell’inizio delle lezioni è ristretto. Anche perché il rientro a scuola del personale scolastico è previsto per domani.

Le graduatorie per le supplenze (gps)

Procedura nuova per un anno all’insegna dell’emergenza. Non è stata sicuramente la scelta migliore fatta dal Miur visto che si è creata una confusione che rischia di registrare molti ricorsi al Tar come annuncia Lucilla Rovetto dell’Anief provinciale. Le graduatorie per le supplenze sostituiscono quelle di terza fascia e sono state redatte dall’Ufficio scolastico provinciale, ma a gestirle saranno le singole scuole. Da queste saranno attinti i docenti per le supplenze al 30 giugno o al 31 agosto. Gli altri posti saranno restituiti alle singole scuole che chiameranno per le supplenze brevi.

«Sono state 4.839 le domande inviate in via telematica all’ex Provveditorato per le graduatorie delle supplenze», dice Lorella Benvegnù a capo della Cisl scuola, «di cui 351 per le elementari, 322 per l’infanzia e il resto diviso tra medie e superiori in base alle materie insegnate. A questo si aggiungono i posti di sostegno non specializzato: 32 domande sono giunte per l’infanzia, 104 per le elementari, 78 per le medie e 54 per le superiori».

Il problema è che di queste graduatorie non c’è stata una pubblicazione provvisoria così da permettere ai candidati di verificare i dati inseriti e quindi di poterli modificare. «Se dovranno fare delle modifiche lo dovranno fare tramite ricorso al Tar», anticipa Rovetto che prosegue: «Come Anief siamo pronti ad aiutare i docenti a presentare i documenti necessari per poter modificare i dati. Infatti questa situazione potrebbe far perdere il posto a molti se i dati non sono corretti. La questione», sottolinea Rovetto, «è che le verifiche sui titoli andrebbero eseguite prima dell’inserimento in graduatoria. Ma questo è possibile solo se c’è il tempo per farlo, cosa che quest’anno è mancato, rinviando così tutto al momento dell’assunzione del docente. Ma questo implica che le segreterie saranno oberate di lavoro e un docente supplente potrebbe rimanere al suo posto anche diverse settimane prima di scoprire che la cattedra non andava a lui, perché non aveva il punteggio adeguato per un errore di inserimento».

la mancanza di personale

Sicuramente il 14 settembre il personale scolastico non sarà al completo come succede ormai da diversi anni. E questo comporterà un avvio con orario ridotto delle lezioni con uscite anticipate per diversi giorni, «forse per tutto il mese di settembre», pronostica Benvegnù. «C’è una situazione di caos generale che si aggiunge all’emergenza Covid. E cosa dire poi del fatto che domani riprendono le attività scolastiche e i presidi ancora non ci sono tutti? Sono oltre una decina le sedi scoperte in attesa di un dirigente in reggenza. E alcuni, quando arriveranno dovranno magari rivedere alcune cose sfuggite ai loro colleghi andati in pensione perché il ministero ha emanato le direttive soltanto qualche giorno fa», chiarisce la segretaria della Cisl scuola. Problemi scatteranno anche per la carenza di direttori generali amministrativi o dsga (quasi una decina). E cosa dire del fatto che a due giorni dall’inizio della scuola non si conosce ancora se arriverà il personale aggiuntivo richiesto dalle scuole per gestire al meglio l’emergenza sanitaria?

Lavoratori fragili

C’è infine il timore che alcuni docenti e del personale tecnico-amministrativo, che si trovano in situazione di fragilità sanitaria, possano chiedere di essere sottoposti a sorveglianza sanitaria eccezionale e quindi non lavorare. Fino a luglio erano sottoposte a questo provvedimento le persone con più di 55 anni, ora dagli ultimi protocolli è sparito il limite anagrafico, ma è stato introdotta la necessità di avere due o più patologie associate. «Il preside deve sottoporre chi farà richiesta di sorveglianza sanitaria ad una visita del medico legale perché ne accerti le condizioni di salute e chiarisca se potrà fare regolarmente lezione oppure se necessita di misure alternative come l’attività a distanza o addirittura se non possa lavorare. E in questo caso, c’è la possibilità che vengano sostituiti? Sono tutte domande a cui ancora da Roma non è stata data risposta», conclude Benvegnù. —

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