Scuola, caos graduatorie: cattedra di lingue a chi insegna matematica

Scuola, caos graduatorie: cattedra di lingue a chi insegna matematica
di Lorena Loiacono
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Giovedì 3 Settembre 2020, 08:11 - Ultimo aggiornamento: 19:31

LA GIORNATA
ROMA Cattedre da riempire e graduatorie dei precari da rifare: parte davvero in salita l'anno scolastico per i docenti, che si ritroverà alle prese con supplenze da record. E' scoppiato ieri l'allarme sulle nuove graduatorie provinciali: la digitalizzazione, voluta dalla ministra Lucia Azzolina per semplificare le procedure, non ha dato gli esiti sperati.

IN TILT
Anzi, dalle prime pubblicazioni delle graduatorie dei precari, infatti, sono emersi titoli e punteggi stravolti. Il sistema sembra essere andato in tilt. Le richieste di inserimento, presentate dal 22 luglio al 6 agosto scorso, hanno interessato oltre 753 mila aspiranti docenti che hanno chiesto l'iscrizione nelle graduatorie, per un totale di 1.938.928 domande nelle diverse classi di concorso, e la lavorazione dei dati spettava alle scuole polo. Ma le numerose segnalazioni, giunte ai sindacati, hanno messo in allerta i precari che ora aspettano con il fiato sospeso di vedere il proprio nome in lista con i titoli corretti.

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Le prime pubblicazioni infatti hanno rilevato errori grossolani: cattedre di francese assegnate a chi non conosce la lingua e magari insegna matematica o educazione fisica, aspiranti docenti che si ritrovano 15 anni di servizio sul sostegno mai realmente svolto, oppure una giovane di 22 anni che si ritrova con un punteggio raggiungibile solo con due lauree e un master: impossibili da aver raggiunto alla sua giovane età. Ci sono poi punti che vanno addirittura sotto lo zero, con il segno meno, e titoli in lingua francese mai conseguiti.

«Se in tutte le realtà territoriali spiega il segretario scuola della Cisl, Maddalena Gissi - ci saranno casi analoghi, la scuola sarà pervasa di ricorsi alla magistratura e di contenziosi che comprometteranno non solo l'avvio dell'anno scolastico ma tutte le attività didattiche». E così i sindacati hanno scritto alla ministra Azzolina un telegramma come «atto di messa e mora e diffida», per chiedere di non utilizzare le graduatorie digilitalizzate e di ritornare ai vecchi elenchi. Per Pino Turi della Uil la scuola si trova «di fronte ad una catastrofe».

RICORSI A RAFFICA
Potrebbero partire infatti ricorsi a raffica: «Siamo al caos denuncia Marcello Pacifico dell'Anief - è altissimo il numero di docenti esclusi o che lamentano una riduzione del punteggio che doveva loro essere assegnato per diritto. Oggi l'Anief ha immediatamente chiesto spiegazioni al ministero dell'Istruzione». Riprende così quel braccio di ferro tra i sindacati della scuola e la ministra. «Parlare di caos spiegano dal ministero dell'istruzione - appare infondato, pretestuoso e fuorviante. Come ad ogni aggiornamento, data la mole di dati trattati, gli errori materiali dei singoli uffici sono prontamente rettificati seguendo la normale prassi amministrativa.

Chiedere che le Gps non siano utilizzate per ricorrere ai vecchi elenchi significherebbe, a fronte di un numero di errori materiali del tutto marginale e in corso di risoluzione, rinviare la modernizzazione di un sistema che viveva di regole vecchie di venti anni». Le nomine dovranno arrivare entro il 14 settembre ma sono ancora in corso le assunzioni, anche quelle che arriveranno dalla call veloce. I tempi sono quindi molto stretti e questo caos sulle prime graduatorie non fa che complicare le cose.
Senza contare che la scuola è in attesa di sapere come regolarsi sulla situazione dei cosiddetti lavoratori fragili, tutti quei docenti con età elevata o patologie da certificare che di fronte all'emergenza Covid chiedono di non dover lavorare in classe, con gli studenti.

FURBETTI
I certificati in arrivo devono essere ora valutati per capire se sostituire gli insegnanti e se, soprattutto, non vi sia - come si teme - una carica di furbetti pronti ad apporofittarsi di certificazioni facili. In ogni caso sarà necessario portare in cattedra ulteriori supplenti. Una corsa contro il tempo, su cui preme ovviamente anche l'emergenza sanitaria: «La riapertura della scuola in sicurezza è la più grande priorità ha ribadito il ministro alla salute Speranza - per tutta la nostra comunità nazionale. La scuola riaprirà a settembre. In caso di positivi a scuola interverranno le aziende sanitarie lopcali. L'Italia è l'unico Paese in Europa e nel mondo che metterà a disposizione 11 milioni di mascherine per studenti e personale scolastico. I problemi della scuola vengono da stagioni precedenti, ma non nascondiamo cosa stiamo facendo: 2,9 miliardi di euro per la ripartenza, 97 mila assunzioni e 2,4 milioni di nuovi banchi. Dobbiamo lavorare insieme per ritrovare lo spirito che abbiamo avuto nei momenti più difficili».
 

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