Lavoratori fragili non solo tra i docenti: ci sono anche 150 mila Ata

Impossibile per loro fruire dello smart-working, vietato dal decreto “agostano” al personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Anief: “Due diritti costituzionali potenzialmente minati: quello alla salute e quello al lavoro il più possibile confacente”

Lavoratori fragili non solo tra i docenti: ci sono anche 150 mila Ata

Anche il personale scolastico delve avere diritto allo smart-working: lo chiede Anief, che su questo punto ha presentato emendamenti al decreto “agostano”, laddove questo nega al personale amministrativo, tecnico e ausiliario questa possibilità. Per Anief, una platea potenziale di 150 mila lavoratori. “Se non si provvede ad introdurre una modifica al decreto Agosto n. 104, approvando emendamenti specifici predisposti dal nostro sindacato Anief – dice il suo presidente nazionale Marcello Pacifico – ci ritroveremo con molti dei 150 mila lavoratori Ata e quasi 300 mila docenti con due diritti costituzionali potenzialmente minati: quello della salute, perché esposti in contesti potenzialmente pericolosi, e quello della negazione del lavoro il più possibile confacente, poiché in presenza di patologie hanno tutto il diritto a non esporsi al contagio. Ciò che non si comprende, inoltre, è come mai solo ai lavoratori delle scuole viene negato di operare da remoto”.

Il problema vale per tutte le figure professionali che operano negli istituti scolastici: se, infatti, i docenti over 55 (oltre il 40% del numero complessivo) sono stati letteralmente dimenticati dall’Istituto superiore di sanità, come denunciato prima di tutti dall’Anief, per il personale Ata il danno risulta ancora maggiore. La percentuale di amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici con almeno 55 anni di età è maggiore. “Tra il personale ATA delle scuole statali – scrive ancora la rivista specializzata - la media di età è ancora più alta: 57,2%, di cui il 59,2% tra gli uomini e il 56,3%. Come si può rilevare, il potenziale di rischio è virtualmente alto, ma è augurabile che non abbia ricadute sul sistema rendendolo fragile e compromesso”.

Il decreto n. 104 del 14 agosto scorso ha inaspettatamente negato al personale Ata della scuola di poter accedere al lavoro da casa, anche se portatore di patologie. “L’inattesa disposizione ha di fatto negato l’applicazione del decreto legge n. 34 art. 263 del 19 maggio 2020 – osserva Anief - tralasciando un aspetto molto importante, che viene tra l’altro esplicitato dall’art. 32 della Costituzione, secondo il quale 'la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti'. Come è stato bypassato il decreto legislativo 81 del 2008, riguardante la sicurezza sui luoghi di lavoro. La decisione cozza, tra l’altro, con il recente protocollo sulla sicurezza sottoscritto anche da Anief che prevede 'un passaggio contrattuale' su questi temi per definire le mansioni compatibili con il lavoro agile”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)