Per il
concorso straordinario per 32mila posti, a fronte di circa 64mila domande presentate, “non servono rinvii: il problema vero è che i concorsi non sono la soluzione al
precariato”: a spiegarne i motivi, in una intervista odierna ad Orizzonte Scuola, è
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
Il sindacalista sostiene che per abbattere davvero il precariato scolastico l’unica soluzione è “la riapertura delle
GaE o l’assunzione dalle graduatorie di istituto o anche dalle
GPS, a condizione che la
nuova tabella di valutazione dei titoli venga annullata perché ha scontentato tutti e violato il principio di affidamento. Il personale della scuola deve essere stabilizzato come si stabilizza il personale della sanità e degli enti locali”.
Secondo il sindacalista, sul concorso, le cui prove prenderanno il via il prossimo
22 ottobre, pesa però anche la mancata volontà del Ministero di organizzare
prove aggiuntive per coloro che non potranno parteciparvi, anche a causa del Covid-19: Pacifico sostiene che è palesemente “incostituzionale escludere dei candidati per condizioni di salute. Si devono fare per forza delle sessioni suppletive”.
Per superare questo equivoco, spiega il sindacalista, "il Parlamento deve intervenire ora, ne ha l'opportunità con il
decreto Agosto che sta per essere convertito in legge in Senato. Pensiamo che soprattutto il Governo debba far approvare un
emendamento specifico che permetta di nuovo di riaprire queste graduatorie e permetta di assumere fin da subito quei precari che invece quest'anno saranno chiamati in più di 200mila a fare supplenza a scuola"
Un emendamento sulla base di quello proposto dall’Anief, con il quale “si vanno a convertire dopo
36 mesi a tempo indeterminato i contratti a tempo determinato sui posti vacanti e disponibili. Continuare a fuggire quanto prescrive la Comunità europea in merito alla non reiterazione dei contratti a termine e alla prevenzione dell’abuso dei
contratti a
termine attraverso dei concorsi non porterà l’Italia a sottrarsi da una condanna della Commissione stessa nella procedura di infrazione o una condanna da parte del Consiglio d’Europa nei reclami collettivi che Anief ha intentato contro lo Stato”.
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