14 ottobre 2020 - 09:17

Scuola, concorso per i precari, no del sindacato: «Più rischi che benefici»

Oggi protesta di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda . A Brescia ancora 600 cattedre scoperte

di Thomas Bendinelli

Scuola, concorso per i precari, no del sindacato: «Più rischi che benefici»
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Una giornata di mobilitazione, virtuale in tempo di Covid, contro un concorso che assume personale suona forse un po’ strana eppure oggi è quanto accadrà a Brescia e in numerose città italiane. A promuoverla sono i sindacati della scuola di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda che, il concorso per precari, soprattutto di questi tempi, non lo hanno mai digerito.

Che qualcosa non funzioni è indubbio. Il concorso è riservato a persone che in classe insegnano già da tre anni e che, se venissero bocciate al concorso, visti le voragini di cattedre nella scuola, dal prossimo continuerebbero comunque a insegnare come supplenti. Detto questo la ministra Azzolina ha detto che di assumere persone senza concorso non se ne parla e quindi si arriva all’appuntamento a cavallo tra fine ottobre e metà novembre. In Lombardia, per 5.198 posti a disposizione, si sono iscritti in 12.577, un po’ più del doppio.

In alcuni casi, secondo logica, potrebbero fare a meno di farlo proprio il concorso in effetti, ad esempio nel sostegno della secondaria di primo grado, dove si presenteranno in 261 per 942 posti a disposizione. Avete letto bene, ogni candidato avrà a disposizione più o meno quattro posti. In altre discipline ci sarà un po’ più di concorrenza, ma nemmeno troppa. I sindacati vorrebbero un ingresso per soli titoli e anzianità, un modo per facilitare l’immissione in ruolo di personale precario che insegna da anni e per evitare, c’è il Covid in circolazione, inutili spostamenti.

«Molti candidati si sposteranno da una città all’ altra — hanno spiegato ieri nella sede della Cisl scuola —, da una regione ad altra, nella speranza di maggiori chances, coinvolgendo nelle procedure migliaia di componenti delle commissioni, gli addetti alla vigilanza individuati tra il personale scolastico ed infine gli addetti alla sanificazione dei locali e delle attrezzature tecnologiche necessarie, implementando così le possibilità di entrare in contatto con altri possibili contagiati».

Non è ovviamente solo una questione di pandemia ma anche, sullo sfondo, una ministra (che pure ha un passato sindacale nel più che agguerrito Anief) e dei sindacati che non si sono mai trovati in sintonia. Il tema comunque, al di là delle simpatie, c’è: «Questi concorsi — hanno spiegato ieri i sindacati — non produrranno alcun effetto immediato in termini di assunzioni, mentre esporranno la scuola e il personale coinvolto a un possibile aumento dei contagi e al rischio che molti precari, trovandosi eventualmente in situazione di contagio o di quarantena come effetto del lavoro che svolgono, siano esclusi dalla partecipazione al concorso».

I sindacati lamentano una totale assenza di disponibilità al confronto, con il risultato «che sul fronte delle assunzioni si è registrato un vero fallimento delle misure annunciate, circa 24 mila posti assegnati a fronte degli 84 mila previsti, e per quanto riguarda le supplenze continuano i disagi determinati dai ritardi e dagli errori nelle graduatorie». Già, mentre si litiga sul concorso che si farà tante cattedre restano ancora vuote, a scuola avviata oramai da un mese.

La stima, a oggi, è che le cattedre ancora senza insegnante in provincia di Brescia siano più di 600, nel sostegno ma non solo. Peggio, molti di questi buchi non sono nemmeno facilmente copribili, dal momento che magari sono in sedi scolastiche in centri minori della provincia. Lontane e poco raggiungibili, insomma. I sindacati hanno chiesto anche un incontro al prefetto, al quale consegneranno le ragioni della protesta di oggi e della mobilitazione destinata a continuare anche nei prossimi mesi.

Oltre al concorso straordinario per precari, aperto resta anche il capitolo del concorso ordinario, rispetto al quale (a livello nazionale) le domande hanno superato quota mezzo milione. Bisognerebbe cambiare tante cose nel meccanismo di selezione e assunzione del personale della scuola ma ogni volta sembra si corra in emergenza. Che peraltro quest’anno c’è davvero, visto che a complicare il tutto c’è il virus che continua a circolare: «Nuove chiusure? — dice Luisa Treccani, segretaria della Cisl Scuola —. Certo che le temiamo, soprattutto con l’arrivo delle prime influenze». Mancano i vaccini anche per quelle, tra l’altro.

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