Finanza

Scuola, Azzolina: soluzioni condivise con Regioni ed Enti locali. Anief: basta litigi sulla DaD

Pubblicato il 18/11/2020
Ultima modifica il 18/11/2020 alle ore 20:25
Teleborsa
L’amministrazione si dice pronta a trovare un punto d’incontro sulle diversità di idee con gli Enti Locali a proposito dell’opportunità o meno di chiudere le attività scolastiche in presenza, a causa della seconda ondata di coronavirus che sta attraversando il Paese. La ministra Lucia Azzolina ha ricordato che l’attivazione di "riunioni di coordinamento regionale e locale, previste nel cosiddetto ‘Piano scuola’, condiviso e approvato da Regioni ed Enti locali, su cui si è favorevolmente espressa anche la Conferenza Unificata”.

"Proprio per comprendere la ratio dei provvedimenti e per spingere Regioni ed Enti locali a programmare a stretto giro la ripresa delle attività in presenza – ha detto Azzolina - ho invitato a condividere con il Ministero dell'istruzione i dati scientifici che hanno motivato le loro decisioni, a far conoscere gli interventi compiuti da parte delle autorità sanitarie locali competenti per un'adeguata organizzazione complessiva del nuovo anno scolastico, a rappresentare anche quali iniziative siano state poste in essere e saranno attivate per garantire modalità efficienti di organizzazione del trasporto locale, secondo una programmazione sollecita e ben definita, viste anche le correlate risorse stanziate dal Governo".

Tutto ciò, ha concluso durante il question time tenuto alla Camera, per giungere al vero unico interesse di chi governa la scuola: “quello di tutelare il diritto all'istruzione delle alunne e degli alunni, nel pieno rispetto della salute di tutti i cittadini", ha concluso Azzolina.

Il sindacato della scuola Anief reputa "particolarmente appropriate" le parole della ministra dell’Istruzione: la scuola, infatti, in determinate circostanze sembra essere considerata da determinati governanti solo come uno strumento per contrastare le decisioni dell’avversario politico di turno. E così non può andare. Prima di tutto perché l’istruzione come la salute e la difesa del Paese sono ambiti che devono per ovvi motivi essere necessariamente avulsi da questioni e diatribe di carattere puramente politico.

Secondo il leader del giovane sindacato, Marcello Pacifico, "la scuola, come l’università e la ricerca pubblica, deve rimanere un ambito totalmente sganciato dalle dispute politiche. Così anche dai confronti pubblici di scienziati, ma spesso pure semplici pseudo-esperti, che danno giudizi e pareri in libertà che condizionano la vita formativa e professionale di oltre dieci milioni di cittadini, senza però avere una visione globale del sistema scolastico e accademico. Sulla scuola - conclude Pacifico - deve prevalere la logica della salvaguardia del diritto allo studio, certamente assieme a quello della salute: tutto il resto, a iniziare dagli interessi di parte, va lasciato fuori la porta".
Per vedere l’andamento dei titoli durante la giornata collegati a finanza.lastampa.it